Son tutte belle le mamme del mondo…ma anche no…

E poi ci sono le altre mamme, quelle che da quando vedono la fatidica linea rosa sul test, si dimenticano di essere donne, ragazze, femmine. Sono gestanti prima, puerpere subito dopo, mamme dopo poco: pesanti come pietre sempre. Ti viene naturale il dubbio: ma di cosa parlavamo prima che tu scoprissi di essere incinta? No perché non parliamo di nient’altro. Interessanti le tue nausee, da non credere il fatto che hai i piedi gonfi, incredibile le tettone che ti sono venute, ma ti prego, possiamo almeno provare a cambiare discorso per cinque minuti?
C’è un’amica che quando era incinta mi chiamava e mi chiedeva di non parlare della sua pancia, parlavamo di rossetti e scarpe con il tacco, di scemate da ragazze insomma, perché lei fra i corsi pre-parto e le conoscenze fatte in piscina ai corsi per gestanti, passava le giornate a non parlare di altro. Roba da alienate. Però io le foto della sua bella pancia le ho conservate tutte.
Senza cattiveria, ma è come parlare di tacchi con un uomo, o di bistecche con un vegetariano, quindi per tanto che io chiami a raccolta tutta l’empatia di cui sono capace, sulla distanza potrei annoiarmi, ma non per cattiveria, ma perché piuttosto mi rimane difficile farmi coinvolgere, perché son argomenti a me estranei.
Tranquilli, non sono una quarantenne incattivita dal fatto di non avere (ancora) figli, vi giuro che non sono pervasa da sentimenti di invidia o rancore, amo i bambini e sono categoria masterclass come zia, mi diverto con loro e mi piace passare del tempo in loro compagnia, ma con altrettanto piacere poi li riconsegno ai legittimi genitori per tornare a coltivare il mio edonistico “ménage a deux” con mio marito, il quale davanti al legittimo interrogativo “figli sì, figli no” ha così sentenziato: se restiamo in due ci compriamo un coupè e passiamo la vita a viaggiare”, non male come prospettiva, vi pare?
Per carità, io lo dico con molta allegria e affetto, ma credetemi, per una che non è addetta ai lavori parlare di cacche belle o brutte, di tette o non tette, di intolleranze al lattosio e compagnia cantando, ha lo stesso appeal che per un uomo può avere parlare di cere depilatorie. Ammazza l’allegria.
Che ne è rimasto di quelle ragazze piene di entusiasmo che eravate prima di diventare mamme? Dove avete nascosto la vostra allegria e spensieratezza?
Io lo dico sempre a mio marito: se mai diventerò una di quelle donne chiocce che piangono quando spediscono il figlio all’asilo, che rinunciano a tutto in nome del loro essere madri, che diventano maniache dell’igiene, che hanno una crisi di nervi se qualcuno tocca la loro creatura, che sembra non siano capaci di fare più niente di ciò che facevano prima, ecco, se divento tutto questo Luca è autorizzato a farsi un’amante.
Ci sono mamme che passano più tempo a passare e ripassare viso e manine del bimbo con le salviettine umidificate che a mangiarsele di baci quelle manine e quel faccino…mamme che invocano il silenzio totale per far dormire l’erede, mamme che si stracciano le vesti al minimo accenno di pianto, mamme che si trasformano in scudi umani se incrociano un cane innocuo, mamme che si votano ad una vita claustrale fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio, anno in cui lui andrà per la sua strada mandandovi a spigolare.
State calme, riavvolgete il nastro e tornate a ciò che eravate: i bimbi si abituano a tutto se li allenate poco alla volta.
Siete mamme non schiave vittime di un tiranno che si fa la pipì addosso, e poi una riflessione: o siete tendenti al melò voi che arrancate, o hanno i super poteri quelle che cavalcano l’onda della maternità con il sorriso sulle labbra e che magari approfittano dello stop al lavoro dovuto dalla maternità per scoprire nuovi hobby: un’amica ha aperto un blog molto carino, un’altra si è ri-data alla pittura, un’altra è diventata una bio-cuoca provetta. Insomma si può fare, basta organizzarsi.
Un pizzico di sano egoismo non farà di voi una madre indegna, anzi…
E ricordate ai papà che c’erano anche loro quando avete concepito il vostro erede (e si sono pure divertiti a farlo), quindi mettete a tacere i sensi di colpa e mollategli l’adorata creatura, farà bene a lui, a vostro figlio e a voi.
Lasciate che si arrangino e che trovino il loro equilibrio, e voi fatevi una bella battuta di shopping con un’amica come ai vecchi tempi, prendetevi un aperitivo insieme e parlate di sciocchezze, ma con calma e senza guardare il cellulare ogni cinque minuti, si arrangeranno loro e sopravviverete voi.
Garantito.

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