Anni addietro mi sono trovata ad affrontare un periodo piuttosto duro, roba da maledire il sole quando sorgeva e sperare che la notte non finisse mai. Ancora adesso quando ci ripenso sento quel nodo nello stomaco che rendeva faticoso respirare e la sensazione di essere in trappola, caduta in un pozzo. Fu allora che il mio di allora cognato, che di professione fa lo psicologo, un bel giorno mi ha preso di petto e mi ha detto “così non puoi più andare avanti” e mi ha suggerito di intraprendere un percorso di psicoanalisi.
Non avendo niente da perdere, ho seguito il suo consiglio e devo dire che è stata una delle decisioni migliori che ho preso in tutta la mia vita.
Durante una delle sedute, me ne sono uscita con questa frase “perché vede dottoressa, io non ho nessuna ragione per cui vivere”, lei allora decise di darmi un compito, ossia scrivere un elenco di ciò che avevo e ciò che invece mi mancava. Ai tempi ricordo che feci un elenchino striminzito e intriso di tristezza cosmica, roba che Leopardi al mio confronto era il re della festa.
Voglio provare a farlo ora quell’elenco, a distanza di anni, ora che l’analisi è conclusa, ora che godo dei risultati di quelle sedute così faticose, ora che, dopo essermi smontata pezzo per pezzo, mi sono ricostruita e sono una persona nuova e migliore.
Proviamo. Allora…
“Cose per cui vale la pena vivere”
– il sorriso di mia mamma, che da quando è rimasta vedova ha messo il turbo ed è un esempio per tutti, nemmeno la malattia è riuscita a piegarla. Una donna incredibile.
– mio marito, che al mattino mi guarda con lo sguardo esageratamente trasognato e mi dice che mi adora, e io lo so che mi prende in giro perché al mattino sono peggio del Grinch.
– Tabata, il cane più buono della Terra, la cui dolcezza mi sorprende sempre e mi insegna che alle volte basta una carezza a raddrizzare una giornata storta.
– quella bella sensazione che provo la sera, quando chiudo porte e finestre e so che tutte le persone a me care sono al sicuro e stanno bene.
– fare finta di dormire così che Luca e Tabata vengano a svegliarmi con baci, solletico, zampate, leccate e si comincia la giornata ridendo.
– il panorama mozzafiato che mi fa compagnia mentre vado al lavoro.
– i miei nipoti e mio fratello perché siamo parti dello stesso albero, le mie radici sono anche le loro, io sono loro, loro sono me.
– le mie amiche, che anche se ci vediamo poco, ogni volta è come avere di nuovo vent’anni
– il mare, perché mi fa sentire libera.
– tutto il buono e il bello che scopro ogni giorno in persone sostanzialmente sconosciute. Ascoltarle, parlare con loro anche se spesso parliamo due lingue diverse, ma il suono di una risata è universalmente lo stesso.
– un temporale notturno, che diventa la scusa perfetta per dormire abbracciati.
– un tramonto mozzafiato che mi fa capire che per tanto che l’uomo possa darsi da fare, davanti a Madre Natura resta comunque poca cosa.
– tornare a casa dal lavoro e trovare Luca tutto intento a preparare il mio piatto preferito: spaghetti con le vongole.
– stappare una bottiglia di buon vino e poi fare discorsi senza senso.
– avere il tempo per poter realizzare buona parte dei miei molti sogni.
– nel caso in cui qualcuno Lassù decidesse di buttare uno sguardo verso il basso per vedere che combino, sapere che è orgoglioso di me.
– vivere perché sono fortunata, ho occhi per vedere, orecchie per sentire, bocca per parlare, mani per fare e gambe per andare.
Non mi serve altro.
(A parte un paio di scarpe da favola)
Un sorriso, Magda.
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