Magda e Furio e una Comunione al lago

Dove eravamo rimasti?
Ah, sì ora ricordo.
Dunque, dopo aver passato tre quasi quattro magnifiche ore a vagare nel favoloso mondo del Vittoriale ci è venuta fame e, altro fatto non del tutto trascurabile, c’era un sole che spaccava le pietre e Furio stava cominciando a dare segni di insofferenza… E anche io.
Ci infiliamo nelle viuzze del borgo antistante al Vittoriale alla ricerca di un ristorante non troppo turistico, dove mangiare un boccone.
Evitiamo i primi due, troppi turisti seduti…procediamo.
Arrivati ad uno slargo c’è un ristorante che fa anche albergo con un menù interessante e un nome che è tutto un programma: “Trattoria degli angeli”, decidiamo di entrare. Che il nome forse sia ispirato dalla gentilezza delle persone che ci lavorano? mi dimentico sempre del fatto che non siamo in Liguria e quindi essere gentili è normale…
Ma non è di questo che vi voglio parlare. Ho cose ben più interessanti da dirvi, infatti nel ristorante c’era il pranzo per festeggiare una Comunione e gli invitati sembravano arrivare direttamente dal festival dei Freak.
Valutiamo le attenuanti generiche: la moda e lo stile sono, se vogliamo, questioni di gusto personale, ognuno ha il proprio senso estetico, e quello che per me, è bello agli occhi di qualcun altro può essere orrendo (e viceversa).
Però….
Però non puoi andare ad una Comunione in t-shirt nera aderente, jeans e scarpe da ginnastica soprattutto se tua moglie è agghindata pronta per un invito a Ascot con abito super griffato e sandalo gioiello.
Metti che la moda lacustre è diversa da quella della Riviera Ligure ma l’insieme di un altro invitato: pantalone blu chiaro con cavallo sotto-chiappa, blazer corto corto blu scuro, camicia bianca e sneakers nere, secondo me era un po’ sconclusionato e poco importa se hai forse vent’anni, la crestina fatta con il gel è truzza.
A confondere ulteriormente il quadro c’erano signore che sembravano pronte per andare a fare la spesa accompagnate però a signori in completo grigio, ragazze scosciate e scollate sedute di fianco ad una signora musulmana con tanto di velo (bello a dirla tutta) e tacchi a spillissimo che sembravano dover cedere da un momento all’altro schiacciati dal peso di una figura tutt’altro che esile.
E ora alcune cose ho notato, decisamente da evitare:
Anche se sono due morse infernali mai mai MAI sfilarsi le scarpe una volta sedute a tavola. Pensiamo di averla fatta franca, nessuno noterà mai i nostri piedini. Errore: chi è seduto alle nostre spalle lo noterà. Ed è brutto da vedersi, molto brutto.
Se non siamo dotate di caviglie esili esili, evitiamo di ostinarci a comprare sandali con lacci alla caviglia, il risultato è sconfortante, infatti le nostre caviglie sembreranno ancora più grosse costrette dentro a cinturini troppo stretti (ricordate che le caviglie con il passare delle ore tendono a gonfiarsi un pochino). Scongiurerete anche il rischio di una feblite, vi pare poco?
Mai indossare un vestito senza reggiseno, soprattutto se Madre Natura con voi è stata particolarmente generosa. Se poi il vestito in questione è rosso e troppo corto, i sandali troppo alti e voi non sapete portarli e quindi camminate tutte sbilanciate in avanti, non è che sono io a essere troppo acida, siete voi che ve la siete cercata.
Quando comprate dei sandali, mentre li provate, sinceratevi che la forma sia adeguata al vostro piede. Mi spiego meglio: i mignolini devono stare dentro la scarpa e non cercare vie di fuga laterali, che se poi per disgrazia la trovano non c’è niente di peggio che vedere due bei sandali con il mignolino che sbuca fuori come la testina di un gatto che si sporge dalle ringhiere di un balcone.
Sempre sulle scarpe: già le scarpe con il plateau sono brutte, se poi le scegliete in tinta fluo e plateau alto una spanna e le abbinate ad un vestito sempre troppo corto, non rimaneteci male se anche vostra mamma fa finta di non conoscervi se vi incrocia. C’est la vie.
E per concludere, l’accessorio da cerimonia per eccellenza: la stola.
La colpa è nostra, tutta nostra di noi commesse (sì, mi ci metto dentro anche io perché ho lavorato per un marchio femminile molto in voga quando si tratta di cerimonie)che con subdola mano sapiente e allenata vi cingiamo le spalle con stole che poi annodiamo con fantasia creando volumi e giochi di intreccio oggettivamente belli, peccato che siano praticamente non realizzabili da ogni altro comune mortale e poi al primo accenno di movimento crolla tutto. Il risultato? A metà festa tutte le invitate stola-munite sembra che abbiano uno strofinaccio da cucina legato intorno alle spalle, in alternativa, uno straccio per la polvere ammucchiato sulla sedia e le più disinvolte si renderanno detestabili sbattendola in faccia a tutti gli invitati nel vano tentativo di rimetterla al suo posto. Date retta a me: fate un bel mucchio delle vostre stole e poi dategli fuoco, non avete perso niente.
Per chi se lo stesse domandando: abbiamo mangiato divinamente, coccolati da personale gentile e sorridente, spendendo una cifra più che corretta.
Voto al ristorante 10 e lode.
Voto agli invitati: mmmmmhhhhh, lasciamo stare ( ma grazie perché ci avete fatto divertire un sacco)

Fine seconda parte.

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