Buon anno a tutti, ragazzi! Avete festeggiato adeguatamente la fine del vecchio 2016, per spalancare le braccia al nuovo che avanza? Se la risposta è sì, bravi, se la risposta è no, non dannatevi l’anima, avete ancora 364 giorni per mettervi in pari.
2017 anno dispari: personalmente ho avuto sempre un po’ di antipatia per gli anni dispari, tanto è vero che se faccio un secondo mente locale e guardo indietro, mi accorgo subito che la maggior parte delle magagne che mi sono picchiate sulla testa sono accadute tutte in anni dispari, parimenti, le cose belle, a partire dall’anno di nascita in poi, tutte in anni pari. Quindi per quel che mi riguarda, intendo partire un pochino in sordina, una sana diffidenza, che alle volte partire carichi di debordante entusiasmo, è la strada migliore per rimanere delusi.
Per quel che mi riguarda vorrei che fosse un anno un po’ più spirituale, vorrei trovare il tempo, la voglia e la fiducia nelle mie capacità, per portare a termine un paio di progetti che mi stanno piuttosto a cuore; così se il 2016 è stato l’anno consacrato alle fatiche (e soddisfazioni) sportive, vorrei che il 2017 si prendesse la briga di aiutarmi a raggiungere altre soddisfazioni, delle quali però non parlo per scaramanzia… E voi avete fatto la lista dei vostri buoni propositi? Chi volete essere e come vorreste diventare nei prossimi 365 giorni? Siete tipi da marcia di mantenimento, ossia che tutto resti esattamente così come è, oppure siete di quelli che se non vengono costantemente pungolati dalle novità, si annoiano e si spengono? Comunque, siate come volete essere, coltivate la vostra essenza, e se necessario, eliminate pure qualche erbaccia che vi toglie ossigeno, ma siate gentili nel farlo, perché la gentilezza è una dote che vi porterà fortuna. Vi do un altro piccolo consiglio, una cosa da fare che vi regalerà immediato benessere, ma è anche una delle cose più difficili da fare in assoluto: chiedete scusa. Non importa che sia una questione di stato, alle volte basta anche una parola sbagliata per ferire una persona, o averla trascurata un pochino, o un gesto a cui voi non avete dato nessun peso, ma che ha fatto male a qualcuno. Ecco: scusatevi, spiegate, chiarite. Sarà come sciogliere quel nodo al tubo che non faceva arrivare acqua alla pianta, e invece, come per magia quella pianta rifiorirà. E siete voi la piantina in oggetto, se non lo avevate capito.
Buon anno allora, e mi raccomando: non fate i buoni, siatelo. Che è molto più difficile.