Tutto comincia con quella strana sensazione di buono, quelle sensazioni che non le sai spiegare ma sai che se le seguirai ti condurranno da qualche parte. Come intraprendere un viaggio bendati, senza conoscere nè strada nè destinazione, ma una parte di te sa, che se ti lascerai guidare dal tuo istinto, che urla e spinge perchè tu lo segua, tutto andrà per il verso giusto.
E poi ci si mette la prudenza, che ti ripete “vai piano, che se cadi poi sono dolori” e la paura, che anche lei vuole dire la sua “e se fosse un clamoroso abbaglio?” e quella subdola dell’insicurezza “che ti credi, perchè questa volta dovrebbe essere diverso?”…un gran vociare e tu ferma lì, combattuta.
Ma quel richiamo è troppo forte, e allora il lampo, l’intuizione: inviti la paura, l’insicurezza e la prudenza intorno a un tavolo da gioco.
Ce la giochiamo.
Dai le carte, chi vince si aggiudicherà il diritto di scelta, tanto sai che prudenza si accontenterà, insicurezza non vuole azzardare e paura trema davanti alle carte. E tu?
Tu, invece, giochi la mano più brillante della tua vita: poche garanzie a disposizione, ma la certezza che nulla può andare storto e così giri le tue carte sul tavolo, guardi fissa negli occhi gli altri giocatori e sorridi, loro intimoriti lasciano. Hai vinto! E mentre ti allontani da quel tavolo senti solo una voce, quella del tuo istinto che ti ripete “corri incontro a quella sensazione, azzarda, corri il rischio che andrà tutto bene”.
E’ passato un anno da quando hai zittito paura, insucurezza e prudenza, sono ancora là, sedute al tavolo con le loro inutili carte in mano e tu sorridi pensando al brivido che hai provato quel giorno, quando hai detto sì a qualcosa a cui non riuscivi a dare un nome, ma dentro di te avevi già tutte le risposte a domande non ancora poste.
E ora puoi solo confermare, è stata la scelta più azzeccata che potessi prendere: un solo sì…mille volte sì.
E ora di anni ne sono passati tre e quei mille sì brillano ancora.