E dopo “Magda mi vuoi sposare” a Magda ora serve un vestito da sposa…
Deciso con Furio la data, il posto e il fatto che non sarà una cerimonia per pochi intimi, ma piuttosto una festa in stile “Re Sole” (io sono un Leone e Luca un Ariete: il sottotono non è roba per noi), bisognerà quindi abbigliarsi in maniera adeguata.
Tanto per mettere le cose in chiaro da subito lui mi comunica che intende andare da Giorgio (Armani) e di farsi fare un abito su misura. Ecco, rischiamo di creare il precedente: la sposa messa in ombra dal look perfetto dello sposo. Non sia mai, a costo di emulare Rossella O’ Hara che in periodo di ristrettezze tirò giù una tenda e si fece un abito da sogno, anche il mio sarà un vestito memorabile. Andrò da Le spose di Giò, la massima espressione dell’eleganza in fatto di spose.
Telefono e fisso un appuntamento, la gentilezza della centralinista è paragonabile a quella di un caimano: fredda e distaccata, e io che me la immaginavo come una sorta di arcangelo con i boccoli dorati che con gioia fissa gli appuntamenti per entrare nel paradiso delle future sposine – alle volte avere una fervida immaginazione può essere deleterio- niente di tutto questo, ma non ce la farai mai a smorzare il mio entusiasmo. Cattiva!
Finalmente arriva il tanto agognato giorno: formazione al completo mamma, amica fidata, ovviamente io, e fratello in veste di autista così siamo sicure che a Monza ci arriviamo e pure in orario.
La signora Tiziana si occuperà di me e la sua missione sarà di dare vita al mio vestito da sposa. Mi guarda e mi studia in maniera chirurgica, poi sparisce e quando torna ha appesi al braccio una serie di campioni. Tutti dentro al camerino, tira una specie di sipario che, quando avrò indossato il vestito, lei stessa aprirà con un gesto teatrale e io mi esporrò al giudizio del pubblico non pagante. Primo abito: bocciato. Secondo abito: bocciato. Terzo abito: rinviato a giudizio. La situazione si complica e a dar man forte alla progressiva complicanza ci si mette mia mamma che ripete a gran voce che “secondo lei era più appropriato un bel tailleur beige. Perché sa signora, è il secondo matrimonio, il suo”dove secondo matrimonio e il suo sono sottolineati dieci volte e evidenziati in giallo.
Decido di ignorare i suoi commenti e pure mio fratello che per puro e gratuito divertimento le fa credere (mia mamma è una credulona pazzesca) che gli abiti che sto provando costano migliaia e migliaia e migliaia di euro, fino ad arrivare ad un fantomatico parametro di seicento euro a strato, combinazione mentre ne sto provando uno che è composto da circa sette/otto veli. Mia madre ha un sussulto e sono certa che se potesse mi prenderebbe per un braccio e mi porterebbe fuori dal negozio di peso, leggo la preoccupazione più nera nel suo volto…
Con la signora Tiziana disegnamo da zero come sarà il mio vestito: colore rosa, tessuto chiffon di seta e raso di seta, gonna del modello 3, corpino del modello 1, dettagli del modello 2. Già perché il bello di farsi un vestito da Le spose di Giò è che te lo fanno su misura da zero, e puoi scegliere tutto a misura del tuo gusto e del tuo portafoglio, perché volendo puoi comprimere i costi in maniera notevole scegliendo ad esempio uno chiffon in sintetico -vero è che quando decidi di farti una Ferrari, per risparmiare, mica te la fai fare con le lattine riciclate, allo stesso modo un abito da sogno, in tessuto sintetico, non sarebbe poi così tanto da sogno, con il rischio poi di trasformarsi in incubo se per disgrazia sfiori una candela, però sapere che esiste la possibilità di farlo è già qualcosa.
E ci vediamo circa sei mesi dopo, l’ultimo dei quali passato dalla sottoscritta a macinare chilometri su chilometri e a morir di fame, già perché la signora Tiziana mi ha invitato a perdere qualche chilo (altrimenti, signorina, dovremo ricorrere ad uno stringivita per far cadere bene l’abito), e io orgogliosa, gliene porto ben sette in meno.
Stavolta arriviamo con circa un’ora di ritardo, sbagliando strada più volte e ad accompagnarmi c’è Carmen, la nostra wedding-planner e le sue due assistenti armate di telecamera e macchina fotografica. Le altre signorine in prova (questa parola: signorina, mi sembra veramente vetusta, ma qui se ne fa un gran uso, “signorina si spogli” “signorina si sieda” “signorina di qua” e “signorina di là”) ci guardano con sospetto perché quando entriamo in boutique veniamo annunciate così “È arrivata la signorina Manuela con la sua wedding planner e le sue assistenti, accompagnatele nel camerino pronto per le riprese come richiesto” in realtà noi avevamo richiesto solo di poter filmare la prova del vestito, mica per fare chissà che…e per una volta sono io la stronzettina con la borsa firmata che sarà bersaglio delle critiche acide che normalmente faccio io. Pazienza, me ne farò una ragione, chi di acidume ferisce, di acidume altrui perisce. Entriamo nel nostro camerino, sipario e voilá, eccolo il mio vestito, bello esattamente come speravo dal momento che in realtà è la prima volta che lo vedo. C’è giusto da apportare qualche piccola modifica (bisogna stringerlo: EVVVAIIIII, stringivita? Tiè, beccati questa, non avrai il mio corpo).
Scegliamo scarpe (WOWOWOWOWOW) e accessori e ci vediamo fra un mese per l’ultima prova e poi il ritiro.
Al ritiro siamo solo io e Carmen, l’abito è perfetto, ogni singolo centimetro di stoffa cade esattamente dove deve cadere; la signora Tiziana ora mi impartisce lezioni su come salire e scendere dalla macchina, su come sedermi a tavola e camminare con addosso quel vestito – perché signorina noi desideriamo che i nostri vestiti siano indossati con grazia in modo da arrivare perfetti a fine giornata- le faccio notare che su come indossare un abito da sposa, vanto una certa esperienza, e finalmente ci facciamo tutte una bella risata liberatoria. Comunque sia: Signorsì signora, indosserò l’abito con grazia e eleganza, secondo le sue aspettative!
Sono emozionata e felice, la signora Tiziana invece è un po’ preoccupata perché la macchina potrebbe non essere abbastanza grande per trasportare il vestito, da notare che si tratta di una Mercedes classe A con i sedili praticamente divelti per fare più spazio possibile, per prudenza è stata anche fasciata con un lenzuolo bianco, per scongiurare eventuali macchie dalla premurosa mamma di Carmen che ci ha messo a disposizione il mezzo.
Baci, abbracci e assegno firmato. L’abito è deposto come fosse una sindone in macchina e raggiungere casa.
Mi dispiace Luca mio ma la più bellissima quel giorno sarò io: avvisa Giorgio, dovrà darsi un sacco da fare.
Infatti eri meravigliosa😃…
anche se la cosa che ti rendeva fantastica
era soprattutto il sorriso e lo sguardo felice
Davanti al tuo Luca
😍😍😍😍questo rende bene l’idea…un tripudio di occhi a cuoricino !!!
Sì, veramente una giornata straordinaria, indimenticabile.
Ancora adesso quando con lo scooter a Santa Margherita, lo sguardo corre subito da Villa Durazzo, e mi sembra di rivivere tutto. ❤