Avevo in mente altro da scrivere oggi…ma poi un’altra idea si è fatta strada nella mia testa ed ecco qua.
Oggi si parla di mamme.
Mamme di oggi, amiche, conoscenti e anche semplici passanti, tutte ma proprio tutte hanno in loro personale approccio alla maternità, e fra queste ce n’è una in particolare che adoro. Ecco se un giorno sarò mamma, io voglio essere come lei.
Sorridente e serena, leggera ma non frivola , ha accolto prima la sua gravidanza e poi il suo essere mamma con una naturalezza meravigliosa. Come dovrebbe essere. Nulla la fermava quando era incinta e niente la ferma ora che sua figlia ha quasi un anno. Il giorno prima del parto era al mare che sguazzava come una balenottera felice e tre giorni dopo il parto era a prendersi un aperitivo con carrozzina al seguito, marito adorante e amici entusiasti per la nuova arrivata.
Non ho mai mai mai sentito questa ragazza lamentarsi per una notte insonne, o per una colica della piccola, non ho mai percepito in lei la fatica che l’essere mamma sicuramente comporta, non si è mai isolata nel microcosmo “mamma e figlio”. Così tanta serenità non poteva far altro che ricadere generosamente sulla figlia che è infatti la creaturina più adorabile che io abbia mai visto. Un folletto sorridente e giocoso, che sin da piccolissima ha imparato a interagire con gli adulti, e a far parte del gruppo, senza timore. Questa bimba non piange mai, non fa capricci, è libera di sporcare, sporcarsi, sperimentare, toccare, accarezzare animali, gattonare su qualsiasi superficie, mangiare da sola con le mani anche se pochissimi bocconi raggiungono la bocca, i più finiscono in terra, sulla fronte e sul naso; e con fiducia accetta la mano che le viene tesa per provare a fare i primi passi. Questa bimba non ha paura perché la mamma le ha insegnato a non averne, e perché sa che la mamma c’è. Una bimba sicuramente non viziata ma meravigliosamente felice, che vanta già un curriculum impressionante: ha assistito a conferenze sull’arte, ha già visitato mostre e palazzi antichi, ha già dormito fuori casa da sola, ha assistito a concerti (grandiosa l’idea delle cuffie insonorizzanti), esce la sera e non si fa menate tipo l’esigenza del silenzio totale per dormire o che bisogna correre a casa per mangiare.
E la mamma? Secondo me la sua marcia in più è vivere questa maternità come completamento della sua vita e non come esperienza totalizzante, esce e vede gli amici esattamente come prima, dipinge e crea piccoli capolavori proprio come prima, si organizza con la nonna “posteggia” la figlia e va a farsi una corsetta sul lungofiume, e se la nonna non può, nessun problema, mette la piccola nel passeggino e sul lungofiume ci si va insieme. Con il papà sembrano ancora due piccioncini e sono bravissimi a ritagliarsi i loro spazi senza sensi di colpa, e soprattutto continuano a chiamarsi per nome non mamma e papà anche fra di loro…oltre a essere famiglia, continuano a essere coppia. Bravissimi!
Non sono maniacali nei confronti di questa bimba, quando usciamo tutti insieme questa piccina passa dalle braccia di uno a quelle dell’altro e loro, saggiamente, ne approfittano per tirare il fiato e quando magari si stufa un pochino, le basta sentire la voce o incrociare lo sguardo della mamma e torna il sereno e poi fa dei sorrisi che ti spalancano il cuore, un toccasana per l’anima.
Gibran ha scritto questo passo sul rapporto genitori/figli, ve lo riporto pari pari perché lo trovo bellissimo:
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE,
SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinchè le sue frecce possano
andare veloci e lontano.
Sia gioioso il vostro tendervi nella mano dell’Arciere;
poiché se ama il dardo sfrecciante,
così ama l’arco che saldo rimane.
Questa bimba andrà sicuramente lontano, perché la mamma e il papà con gioia l’hanno consegnata al mondo, e le stanno insegnando che per conoscerlo a fondo questo mondo, un po’ bisogna sporcarsi, ma che è giusto così. E prima lo imparerà, prima imparerà a non averne paura.