Ci siamo! Oggi è il gran giorno: 27 luglio.
Alcuni diranno “echissenefrega” altri invece diranno “dai dai racconta come è andata”.
Ormai lo sapete tutti, per scelta di vita, ignorerò i partecipanti alla prima categoria, quindi escluderò: i tristi, i noiosi, quelli che se la tirano, quelli che se la portano menata da casa, quelli con il bacchetto infilato nel sedere e gli invidiosi. Praticamente rimaniamo in quattro gatti, ma siamo i migliori.
Finita la premessa, andiamo al racconto di una giornata MERAVIGLIOSA, infatti vi pare possibile che noi ci accontentassimo di partecipare a una corsa e basta? Nooooo!
Noi ci siamo fatti PRIMA una splendida giornata di mare e sole in uno dei mille e bellissimi stabilimenti balneari di Marina di Pietrasanta, con tanto di pranzetto dei campioni: insalatina di polpo pomodorini e olive, spaghetti ai frutti di mare e sorbetto al mandarino, il tutto annaffiato da una birra media gelata. Poi un bel bagnetto in mare, anche se per arrivare a non toccare abbiamo dovuto camminare millemila metri verso il largo. Dopo il bagno, una bella siesta, e poi alle 16 è cominciata la vestizione, con la maglietta e il pettorale che siamo andati a ritirare preventivamente al mattino dopo una lunga passeggiata sulla battigia.
Dopo avere ritirato il kit della gara, noncurante della temperatura africana, mi sono vista costretta a fare un po’ di shopping: tutù multicolore, braccialetti, occhiali da sole a tema, polsino porta telefono, maglietta ricordo: totale 88 euro. Mi do sempre delle grandissime soddisfazioni.
Si parte.
Lungo la strada che porta al The run color village, incrociamo altre magliette “The run color” ma queste sono tutte colorate, ci sono i gialli, gli arancione, i fucsia e i viola, scopriremo dopo che loro sono gli “sparacolore” ossia le persone armate di bottiglie piene di polvere colorata che ci spruzzeranno addosso al nostro passaggio.
Man mano che ci avviciniamo le t-shirt candide aumentano, siamo veramente in tanti, alcuni indossano parrucche colorate, altri sono organizzati in gruppi, memorabili i “The pussy doctors” (ginecologi?).
C’è musica, tanta musica, tantissimi sorrisi, molta voglia di fare festa che contagia tutti, ci sono un sacco di famiglie con bambini (ma quanto corrono i bambini?? Vogliamo parlarne?). C’è condivisione, anche perché siamo tutti vestiti nella stessa identica maniera, tutti uguali, dall’avvocato in vacanza nella villa di famiglia, al ragazzo squattrinato in tenda. Bello.
Ore 18: ci avviciniamo allo “start”, un ragazzo ci spiega per bene le regole, che si tratta di una corsa non competitiva, quindi non ci sono né vincitori né vinti, bisogna rispettare tutti, i veloci e i lenti, i grandi e i piccoli, e poi la regola più importante, e anche la più bella: sorridere sorridere sorridere.
A dire la verità siamo un po’ delusi: non ci hanno dato il kit di colori, ma poco prima della partenza c’è una pioggia di buste, giusto per vedere come funzionano. E 3…2…1…Paff! Succede che sono tutta viola, in faccia sulla maglia, persino sulla lingua. Francesca è anche un po’ gialla, Luca idem, Marco pure, scoppiamo a ridere.
Ma non è tempo di perversi in chiacchiere: si parte. Davanti a noi un papà corre tenendo il figlio per mano, una mamma da la carica ad una bimba un po’ pigra, un gruppo di ragazzi inglesi segue tre ragazze con dei ridottissimi shorts verde smeraldo, ma credo che a loro interessi di più il contenuto che non il colore degli shorts…In lontananza si intravede una nube arancione, il primo blocco colore, si sente musica e risate, ok tocca a noi è veniamo risucchiati in un mondo arancione: la gente ai lati della strada ci guarda e sorride, io non riesco a immaginarmi, mi basta vedere Luca, che sembra un mandarino con gli occhiali da sole.
Fa caldo, molto caldo, la cosa più difficile è sopportare la temperatura decisamente alta. Il percorso si snoda, e ora stiamo correndo sulla spiaggia, circondati da un variegato pubblico in costume che scatta foto e batte le mani. Il magnanimo proprietario dello stabilimento balneare che attraversiamo ci invita a bagnarci la testa “o bellini, bagnatevi il capo che altrimenti la corsa la si finisce in ospedale” (il tutto detto con un fantastico accento toscano).
Finalmente un po’ d’ombra, si corre lungo un viale alberato, ed eccolo là: il fucsia. Nel frattempo il nostro gruppo si è diviso, gli uomini allenati sono partiti, io e Francesca, diciamo che ci godiamo un po’ di più il percorso, soffermandoci a scherzare con una bambina prima, e con il fotografo della corsa poi (ex atleta zavorrato di macchine fotografiche, che a un certo punto fa come Beep Beep e sparisce all’orizzonte).
Il moto d’orgoglio scatta quando ci supera una che sembra Barbie Scema: bionda tinta tutta rifatta, con tette enormi e pantaloncini oro, corre sculettando al punto che agli uomini che la guardano viene in automatico il torcicollo. Scatta lo sguardo di intesa fra me e Francesca: dietro a questa mai! E accompagnate da un’immaginaria marcia trionfante la superiamo e ci lanciamo dentro al fucsia. Raggiungiamo l’amico fotografo e lo superiamo, a lei fa male un ‘anca e a me il piede sinistro, sembriamo il gatto e la volpe versione multicolor-sgangherata, ci dicono che siamo oltre la metà del percorso, e giallo sia!
Ora vi do un suggerimento: mai e poi mai entrare in una nube di colore dove vi sparano polvere colorata addosso, con la bocca aperta perché state ridendo. È proprio un’idea stupida. Credo che anche le mie tonsille sono gialle, e poi santo cielo, la squadra gialla è veramente accanita: bastaaa, pietà, fermatevi!
Ormai siamo impastate nel colore: il colore, l’acqua che ci siamo tirate e il sudore hanno creato una patina bellissima a vedersi, ma credo praticamente indelebile. Ci vorranno mesi per tornare normali.
Il viola è l’ultimo ostacolo: il colpo di grazia. Ancora adesso mentre scrivo ho tracce di viola sotto le unghie.
Giusto il tempo di riunirci con i rispettivi mariti, che per ingannare l’attesa forse si sono pure bevuti un caffè, e poi mano nella mano tagliare il traguardo. Sorridenti, felici come bambini, ci battiamo il cinque con altri partecipanti.
Ma ora acqua, acqua, acqua, sete sete sete. Ce l’abbiamo fatta!
Sotto al palco comincia la festa: finalmente ci danno il kit colore per la “color blast”. Cos’è la color blast? Ve lo dico subito.
Musica a tutto volume, conto alla rovescia e allo zero TUTTI TUTTI TUTTI i partecipanti lanciano in aria la loro busta colorata: un’esplosione di colori che a pioggia cade sulle nostre teste. C’è chi si bacia, chi si abbraccia, chi on riesce a smettere di ridere. Non abbiamo nemmeno un centimetro quadrato di pelle che non sia colorato.
Tornando allo stabilimento balneare, un signore incrociandoci ci ha così apostrofati “Maremma colorata”con quella cadenza simpatica che mette in automatico di buon umore.
Tuffo in mare così conciati per togliere la più grossa (scarsissimi risultati) e poi docce bollenti e strofinare. Alla fine….più o meno, sembravano di nuovo persone serie. Cena tutti e quattro insieme a Pietrasanta, e poi a casa.
Un plauso infinito all’ospitalità e gentilezza toscana, tutti sono stati con noi gentili e disponibili, gente allegra che niente ha a che spartire con i musi lunghi che pullulano dalle nostre parti, ergo: organizzare una The color run qui in Riviera è fantasia allo stato puro. Noi dalle nostre parti, il divertimento non lo sappiamo coltivare, anzi ci da pure fastidio.
Eppure, eppure quelle tremila facce colorate che hanno corso per le vie di Marina di Pietrasanta erano proprio belle, eravamo belli: per un pomeriggio siamo tornati tutti bambini.
Un consiglio: partecipate alle prossime edizioni. Quanto a noi, non è detto che non si replichi.
Tutte le info su http://www.thecolorrun.it
Grande!!! Speriamo che la facciano a Torino…
Magari l’anno prossimo, forse… Adesso come puoi vedere sul sito ad agosto sono a Milano Marittima, e a settembre a Milano. Di più non c’è dato di sapere.
Milano ti rimane scomoda? Non riesci proprio a organizzarti?
Merita veramente un po’ di sbattimento, credimi!
Un abbraccio, Manuela 😚
Ho visto, il 7 settembre, bella data tra l’altro. È solo Milano che mi disturba :)))) ma se merita…
Eh lo so….con Milano e i milanesi ci vuole un sacco di pazienza! 😁